sabato 14 novembre 2009







Testimone indiscusso e profondo conoscitore della terra asiatica è stato il giornalista e scrittore italiano Tiziano Terzani, nato nel 1938 a Firenze.
Il primo enigma che un lettore si pone dopo aver letto Terzani è se sia l’autore a raccontarci l’Asia o se sia lo stesso continente asiatico a raccontarci Terzani.
La prima volta che Terzani viene a contatto con l’Asia è nel 1965, anno in cui viene mandato dalla Olivetti a Tokyo per sostenere dei corsi aziendali. Questo primo contatto non mostrerà all’autore la vera faccia del continente asiatico, che conoscerà alcuni anni dopo.
Laureatosi presso la Normale di Pisa nel 1961 in giurisprudenza, grazie ad una borsa di studio, si reca a New York e lì inizia per l’autore un forte interessamento per la Cina prima e per l’Asia dopo. Studia lingue orientali presso la Columbia University e dopo aver svolto uno stage presso il New York Time sente un’attrazione enorme per il giornalismo.
Entra nuovamente in Asia nel 1972 e come ha scritto lui stesso “ sentii per la prima volta sparare con rabbia “.
Da quel momento, grazie anche alla collaborazione con il settimanale tedesco Der Spiegel, non lasciò più l’Asia. Testimone della guerra in Vietnam, passò i primi anni della sua carriera giornalistica tra Vietnam, Cambogia, Laos e Singapore dove lasciò al sicuro la sua famiglia.
Fu presente all’occupazione di Saigon del 1976 e grazie a quei primi anni usciranno i suoi primi due libri: Pelle di leopardo e Giai Phong. Il primo sarà un diario dei due anni passati sul campo di guerra mentre il seconda descriverà i giorni precedenti e successivi alla liberazione di Saigon da parte dei rivoluzionari del Nord . Grazie ad un bel sorriso, come scrive lui stesso, salva la propria vita, dopo essersi trovato di fronte ad un plotone di esecuzione nel nord della Cambogia.
Tutti gli avvenimenti, le testimonianze dei massacri da parte dei rivoluzionari di Pol Pot nei confronti della popolazione cambogiana sono racchiusi nel suo ultimo libro Fantasmi uscito postumo. Quando rientrò in Cambogia dopo la dittatura comunista, fu per Tiziano un’esperienza drammaticissima. Nessuno, e tanto meno lui, si poteva immaginare l’orrore che incontrò attraversando quelle terre che erano state palcoscenico di uno dei più gravi massacri umani.
Sempre in quegli anni, durante un soggiorno ad Hong Kong , un vecchio indovino cinese lo avverte: “Attento! Nel 1993 corri un grosso rischio. In quell’anno non volare, non volare mai”
Dopo tanti anni l’autore non si scorda dell’indovino e trasforma la profezia in un’occasione per guardare il mondo con occhi diversi. Infatti decide di non prendere mai un aereo in quell’anno e spostandosi in treno, auto o anche a piedi entra in contato con persone e paesi della sua amata Asia.
Nasce da quella esperienza di viaggio il libro Un indovino mi disse.
Dopo la copertura giornalistica nell’Indocina francese, finalmente arriva il momento di entrare in Cina come corrispondente da Pechino, ma la sua esperienza cinese si concluderà con un’espulsione dal Paese dopo un mese di rieducazione dovuta alle sue attività controrivoluzionarie.
Nasce da quella esperienza cinese La porta Proibita.
Il crollo dell’Unione sovietica e i suoi viaggi nella vecchia URSS saranno per lo scrittore motivo di un ulteriore libro: Buonanotte signor Lenin.
Nell’ultimo periodo della sua vita l’autore, dopo essere venuto a conoscenza della sua malattia, decide di intraprendere un ulteriore viaggio. Solo che questa volta è un viaggio diverso da tutti gli altri e soprattutto più difficile perché ogni scelta,ogni passo, ha a che fare con la sua sopravvivenza.
In questo suo ultimo viaggio conosce ogni tipo di medicina. Passa da una medicina tradizionale a una omeopatica, attraverso medicine asiatiche come quella tibetana, ayurvedica e cinese.
Ma dopo questo girovagare tra culture diverse, alla ricerca di cure, il tutto si trasforma in un viaggio interiore; il viaggio alle radici dell’uomo.
Terzani, casualmente incontra un vecchio saggio nell’Himalaya indiano, con cui decide di passare gli ultimi anni di vita. Questo incontro segnerà la fine del suo cammino.
Infatti Terzani giunge alla conclusione che si tratti di essere in armonia con la natura e soprattutto con se stessi. Quindi la cura di tutte le cure sta racchiusa nel saper cambiare il proprio punto di vista, saper cambiare se stessi e utilizzare questa rivoluzione interna per contribuire alla speranza di un mondo migliore.
Testimone indiscusso di questo periodo alla ricerca di una cura al suo cancro è il libro pubblicato dalla Longanesi Un altro giro di giostra.
Muore nel 2004 ad Orsigna, registrando le sue memorie in un libro postumo dal titolo La fine è il mio inizio, nel quale riferisce al figlio Folco le proprie riflessioni di tutta una vita passata.